Materiaprima Osteria Contemporanea - giovane innovazione - Senza zucchero e senza farina - Alcentrodelpiatto®

Materiaprima Osteria Contemporanea

giovane innovazione

Radici” è stata la prima cosa che ho pensato entrando da Materiaprima. Sarà per il verde, il legno, i quadri di muschio sulle pareti, il ferro battuto, l’aspetto minimale con richiamo alla natura ad aver rievocato in me quest’idea. Eppure, l’attaccamento alle cose primarie che emerge entrando in quest’osteria contemporanea è molto forte. Sarà per questo che prende il nome di Materiaprima. Un po’ come a dire ‘lavoriamo solo con le cose importanti’.

Materiaprima è un ristorante moderno che segue le linee di una cucina contemporanea in un ambiente accattivante e confortevole.

L’atmosfera che abbraccia questo locale regala note di rilassatezza e innovazione, con una piccola vena di amore. Il lavoro che porta avanti Materiaprima, infatti, è guidato da una giovane e talentuosa coppia: lo chef Fabio Verrelli D’Amico in cucina, e la sua compagna Sara Checchelani , nonché sommelier FIS, in sala. Un cuore diviso in due che insieme forma l’unione perfetta in questo ristorante.

L’offerta di Materiaprima si basa su due proposte di menu a degustazione, da tre o cinque portate, o la classica alternativa della carta. Ovviamente, non potevo esularmi dallo scegliere il percorso a degustazione da cinque portate. Scoprire cosa lo chef sceglie di farmi assaggiare, nell’ordine che meglio crede, m’intriga sempre molto. E così ho fatto. “Mangerò?” Ammetto di averlo pensato, e di aver titubato. Ma ho dovuto ricredermi: sono uscita a pancia piena! La cena è iniziata con un brindisi di benvenuto, seguito da grissini fatti in casa all’origano e sfoglie di melanzane essiccate: molto buone. Successivamente ho iniziato l’assaggio dell’aperitivo, che consiste in una serie di piccoli assaggi della cucina. Insomma, un modo per far avvicinare il commensale allo chef. Tra questi, quelli che mi hanno stupito maggiormente sono stati il sushi scomposto, in altre parole un cubetto di tonno crudo servito su una sfoglia di riso e polvere di alga nori, e la polpettina di ricciola su una crema di lampone. Dopo aver terminato l’aperitivo è arrivato il momento delle portate principali. No, l’aperitivo non era compreso nelle cinque della degustazione. Ad arrivarmi per primo è stato un piatto a base di gambero e cocco con un’insalatina fresca. Una vera esplosione di gusto, eccellente! Anche il Cal’ A maro non era per niente male. Servito con nocciola e qualche goccia di essenza erbacea. Ma la portata che più mi ha entusiasmato è stata un fuori menu: lo spaghettone con le arselle e polvere di spirulina. Al dente, perfettamente mantecato, delicato e avvolgente.

Si lo so, un semplice spaghetto con le arselle, potreste pensare. Ma del resto non è pur vero che si parte dai grandi classici per andare oltre?

Dopo i tortelli con peperoni, e il coniglio, davvero ottimo, siamo arrivati alla fine della cena. O meglio, al momento del dolce. Pensavate che mi fossi dimenticata, eh? Nonostante la mia pancia stesse chiedendo una tregua, avevo già mangiato troppo, il posticino per il dolce non potevo non trovarlo. Ammetto che non mi ha entusiasmata particolarmente, ma l’ho trovato ugualmente interessante. Era un semifreddo allo yogurt su terra di cioccolata e una salsa alla nocciola. Il vero sprint a tutto il piatto. E ora il conto. No, non è vero. Pensavate eh?! Ma non è finita qui. Prima di andare via, ancora un’ultima coccola: una piccola degustazione di dolcetti. Buoni, anche se non tutti mi hanno rapita.

Di tutta la cena c’è una cosa che mi porto dietro più di tutte: i vini. Ho scelto, infatti, di fare il mio percorso degustazione con l’opzione abbinamento cibo-vino. Ne sono rimasta stupefatta. Per ogni portata avevo un calice di vino dedicato. Solitamente, lo scopo del vino durante un pasto è di sposare perfettamente i sapori del cibo per invogliare il palato a mangiarne ancora. Obiettivo centrato in pieno! I profumi, i sapori, le sfumature di ogni calice hanno accompagnato magnificamente ogni pasto. Inoltre, ogni calice mi è stato servito previa una breve spiegazione su vino, cantina e metodo di lavorazione. Un’attenzione che ha aumentato ancor di più la buon riuscita degli accostamenti.

Che dite, ho mangiato abbastanza? Io, mi sento piena già solo a ripensarci. Da materiaprima, dunque, nonostante la sua impronta ricercata e moderna, non si pensa solo all’apparenza ma anche alla sostanza.

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By Federica Vitali

Food Blogger

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